Adí 2 d'agosto ci licenziammo dal predetto messer Mafeo, rendendoli quelle grazie che potemmo, e da lui partiti andammo a Lodese, dove capitammo alli 11 del detto, nel qual luogo trovammo duoi passaggi, l'uno per Inghilterra, l'altro per Alemagna bassa: e quivi ci dividemmo volontariamente in due parti.
Adí 22 agosto 1432 noi Cristoforo Fioravante, uomo di consiglio dell'infelice nave, insieme con Girardo da Lione scalco e Nicolò di Michiel di Venezia scrivano, ora scrittore della presente opera, ci partimmo dagli altri 8 nostri compagni, essi andando a Londra e noi verso Venezia per via di Rostoch, fingendo d'andar per il perdono a Roma.
E dopo molti affanni e disagi, passando monti, valli, fiumi, quando a piè quando a cavallo, con l'aiuto dell'omnipotente Iddio capitammo alla nostra tanto desiderata patria di Venezia adí 12 di ottobre 1432, sani e salvi, lasciando a Vasenech il detto Ghirardo da Lion, il quale de lí andò alla sua nazione.
E quelli ch'andorono in Inghilterra furono questi:
Messer Piero Quirini fu di messer Francesco, patron poco aventurato, il quale, avanti questi aspri casi, era uso di viver tanto delicatamente quanto a gentiluomo della sua sorte si richiedeva, avendo il corpo di gentilissima complessione: e sí come prima era debile e delicato, cosí dipoi, per li tanti patiti disagi cangiata natura, divenne forte e robusto.
Messer Francesco Quirini fu di messer Iacomo, gentiluomo veneto, stato su l'infelice cocca mercatante.
Messer Piero Gradenico fu di messer Andrea, di età d'anni 18, giovane mercatante: cosa stupenda che in cosí tenera età abbia potuto sostener gli affanni e disagi predetti.
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