Ser Bernardo da Cagliere, nocchiero della nave, la cui moglie, essendo giovane, sí per la longa dimora del tempo trapassato, sí per essersi verificato piú volte detta nave con tutti quelli che vi eran sopra esser pericolata, e non apparendo alcun segno in contrario, consigliatasi piú frezzolosa che pensatamente, com'è usanza delle bisognose donne, si maritò a Triviso e piú mesi visse in santo matrimonio, credendo perseverar in quello. Ma, sentita la nostra venuta e la vera novella del vivo e vero marito, subito separò la copula del secondo matrimonio e rinchiusesi in uno onesto monasterio, sí per dichiarir la integrità della sua mente come per aspettar di ritornar col vero sposo, il qual dopo noi circa tre mesi venne a Venezia sano e salvo. E dopo alcuni ragionevoli sospetti, ma non veri, purgati, come onesta, savia e cara donna se la ritolse, avendo piú rispetto alla sua debole natura che al preso consiglio, e oggi l'ha piú cara che mai per la sua innocenzia. Alvise di Nasimben da Zara, già penese della predetta cocca. Andrea di Piero da Sibenico, Cola da Otranto marinari e Nicolò Quirini, già tartaro e famiglio fidelissimo, che piú tosto si dee chiamar balia over mamma del detto suo padrone messer Piero, il qual servitor veramente, in ogni estremità che patirono, sempre mostrò con vero effetto d'aver piú cara la vita del detto che la sua propria, scemando sempre la rata sua per sovenir all'estenuato corpo e appetito del suo bisognoso signore. Li quali tutti, fuor che ser Bernardo di Caglieri, tornorono dalli lor voti dalli 14 alli 25 di gennaio.
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