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      La qual cosa giudicano doversi ricercare, cosí perché a' nostri tempi molte altre cose non men incognite, incredibili e difficili scoperte si sono, come ancora perché ritornarebbe, quando questo passo si trovasse, di grande utilità, guadagno e sigurezza e di molto minor travaglio il navigar per esso a' popoli d'Europa. Quali utilità e guadagni questi esser possano, un'altra volta dirassi. Fra tanto non posso far di non mi ridere della vergognosa audacia e temerità d'alcuni li quali, come se già la cosa chiara fosse, non si vergognano di porre nelle lor carte di geografia questa strada aperta, congiungendo insieme questo nostro mar Settentrionale con l'Indico oceano: la qual cosa fanno alcuni di verso ponente, e altri alla volta di levante.
      Questi sono i principali argomenti ne' quali Sebastiano Cabota confidatosi persuase agli uomini di questi paesi di potersene passare dal mar Settentrionale dalla banda di levante (percioché quella di ponente avevano indarno ed esso e il padre cercata) facilmente e in curto tempo nell'India orientale, o almeno di giungere nel regno del Cathai, di dove sperava ritornare carico di oro, di gioie e di speciarie. Non che tutte queste tanto abbondantemente in quel regno nascano (qual è paese molto temperato e da uomini bianchi abitato), ma perché, distendendosi il vastissimo imperio del gran Can tanto largamente e verso levante e verso mezogiorno, sono anco da lontanissimi paesi, al suo imperio sottoposti, portate a quel grande imperatore per tributo queste cose tutte.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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