Mentre che io era a parlamento co' Laponi e con i Kerilli, un officiale del grande imperator de Russia, qual era quivi venuto a rescoter il tributo che al suo prencipe da queste genti si pagava, mi mandò per un suo messo a pregare che io mi contentasse d'andare alla sua tenda; qual, dopo avermi umanamente salutato, con inchinare il capo ad usanza de' monaci, e dopo fatta insieme una colazione, mi domandò per qual cagione non andassero le nostre navi in quelle parti. A che risposi ciò esser occorso per non aver noi prima avuta di questo luoco conoscenza, né saputo di questa fiera che in esso si faceva. Replicò egli: "Se voi frequentarete il venirvi spesso, vi si farà molto maggior concorso di pescatori, onde giudico che saria ben fatto a dar principio a questo negozio". "Se piacerà a Dio, - dissi io, - questo anno che viene averete delle nostre navi in questo porto". E perché io vidi che nell'istesso tempo i ministri del re di Dazia dagli istessi Laponi il tributo rescuotevano, domandai Vassilleo Feothrovich, officiale del prencipe di Russia, se i Daci ne averebbeno dato fastidio alcuno nel venir che noi facessemo a Rhegor. Mi rispose: "Non abbiate di ciò spavento alcuno, perché questo paese è del mio prencipe, e per suo nome io vi commando che voi arditamente e con l'animo reposato frequentiate di questo luoco la pratica". Non venderono i Kerilli né i Laponi i lor pesci sinché questo officiale non li ebbe veduti e datoli licenza di venderli.
Li domandai anco che sorte di mercanzia a questa fiera venissero: "Oro, - mi rispose egli, - argento, perle e panni di varii colori, ma per la maggior parte turchini, rossi e verdi; molto gagliardo zitto, vino, vasi di peltre e pelle de volpi". Pagano questi Laponi tributo al grande imperador de' Russi, al re di Dazia e a quello di Svezia.
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