Dapoi, volendosi tornar al suo alloggiamento, ella nol consentí, ma lo tenne nel suo palagio, dandogli appartate stanze per sé e per la famiglia, e presentandolo ogni dí (cosa ch'è riputata molt'onorata presso i re di Persia) delle medesime vivande che se le mettevano a mangiar davanti. E udita dapoi piú particolarmente la cagione della sua venuta, gli promise ogni sua opera a favore, per riputarse anch'ella parente della nostra illustrissima Signoria; e in effetto questa reina fu un buon braccio, mediante messer Caterino, a muover Ussuncassano a imprender la guerra contra il Turco. Né è da tacere che, per il parentado ch'aveva messer Caterino con la Despina, pervenne in tanta grazia e domestichezza appresso Ussuncassano ch'egli entrava e usciva ad ogni suo piacere nelle stesse segrete camere del re e della reina a che ora e a che tempo voleva, e, quel ch'è piú maraviglia, trovandosi anco amendue quelle maestà in letto: il che non so mai s'altro re macomettano o cristiano concedesse ad alcuno, per istrettissimo parente ch'egli fosse.
Questa reina Despina fu la piú religiosa signora del mondo, visse sempre cristianissima, e ogni dí solennemente faceva celebrar messa alla greca, alla quale stava con molta divozione; né il marito, tutto che fosse di diversa legge e nimico della sua, le ne disse mai una parola, né la persuase mai ch'ella lasciasse la fede sua, cosa rara certo da sentire che l'uno comportasse tanto l'altro e s'avessero tra sé tanto amore e tanta affezione. Né messer Caterino mancava, vedutala buona cristiana, d'infiammarla a persuader il marito che facesse una gagliarda guerra a' Turchi, aspri nimici di tutti i cristiani, e particolarmente nimicissimi di lei e di tutt'il suo sangue, poi che le avevano morto il padre e toltole il suo stato.
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