E perché la difficultà di guidar gli eserciti in Persia consiste in condursi delle vittovaglie dietro, avendo costume i Persiani di ridur il paese in solitudine le belle quindici e venti giornate di verso quella banda di dove aspettano guerra da qualche prencipe, sí che, se colui che assalta la Persia non va ben provisto di tutte le cose necessarie, o nel viaggio s'ha da morir da fame, o come rotto ha da ritornar indietro con molto suo disonore, o rimaner preda del nimico, Maumete, che sopra questo s'era consigliato bene con i suoi, dopo aver fatto buona provisione di vettovaglie fece cinque squadroni di tutto il suo esercito. Il primo conduceva la sua persona, nel quale con l'ordinanze dei gianizzari, v'erano trentamila soldati, il fior si può dir delle genti turchesche; il secondo guidava Baiazete, con altri trentamila; il terzo Mustafà, parimente di trentamila, computati dodicimila Valacchi condotti da Basaraba lor capitano, che venne in aiuto del Turco in quella guerra. Il quarto aveva sotto di sé Asmurat Paleologo turco, beglierbei della Romania, con sessantamila persone, tra le quali vi furono molti cristiani suoi vassalli che lo seguitavano; il quinto fu di Daut, belierbei della Natolia, di quarantamila uomini. V'erano poi gli acangi, cavalli venturieri col capitan loro, alla somma di trentamila: questi trascorreno i paesi trenta, quaranta e cinquanta miglia avanti gli eserciti turcheschi, e rubano e abbruciano e ammazzano ciò che si para lor davanti; sono valentissimi delle persone e il lor ufficio è di portar vittovaglie al campo.
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