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      E cosí tutti questi ambasciadori, partitisi di compagnia da quel re, passarono in Gorgora. E messer Caterino, lasciati andar a lor viaggio gli altri due, venne in Salvatopoli, sopra il mar Maggiore, di dove passò in Cafa, con un naviglio di Luigi da Pozzo genovese; il quale, avuto sentore per viaggio che egli era ambasciadore di Ussuncassano, lo voleva condurre a Costantinopoli al Turco, perché Cafa gli ubidiva e pagava tributo, onde si mandò un bando sotto gravissime pene che niuno lo dovesse alloggiare o riccettare o sovenire d'alcuno aiuto. Tuttavia Andrea Scaramelli, affezionatissimo cittadino della nostra Republica, senza guardar a pene che fossero state fatte, stimando piú la grazia della Signoria che la vita e le sue facultà, venne di notte segretamente con una barchetta appresso il naviglio e, fattogli sapere perché egli era venuto, lo levò e condusse a salvamento in terra, nascondendolo in casa sua. Qui non si trovando messer Caterino denari, era in un grandissimo fastidio delle sue cose, quando un servidore ch'egli aveva, chiamato Martino, lo persuase con molte parole che lo facesse vender all'incanto e di quel danaio se ne valesse. Messer Caterino, benché gli paresse la liberalità e la fede di Martino singolare, pure, stretto dal bisogno in chi si trovava, lo fece vender, com'egli aveva detto, all'incanto, servendosi dal pregio tratto di quella vendizione: esempio certo raro di una servitú fidele, e da comparare con qual altra si voglia di quelle antiche, che si dice che tali servi furono che per salvar la vita ai padroni s'offerirono di essere morti.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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