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      E furono cosí efficaci le sue parole che Cassimiro, uditi gli ambasciadori ungheri, la conchiuse e serrò in tre dí.
      Stando messer Caterino in Polonia, trovò messer Paolo Ognibene che andava nuncio della nostra illustrissima Signoria a Ussuncassano, al quale diede lettere scritte al re tutte piene di esortazioni e di parole caldissime, che egli seguitasse arditamente la guerra cominciata, perché ad ogni modo averebbe poi seguito de' prencipi cristiani, quando lo vedessero da dovero muoversi contra l'Ottomano; e che egli non mancava di ufficio e di ogni sorte di fatica a esporre agli Europei quanto aveva avuto in commissione da lui. E con queste lettere scrisse anco nel medesimo tenore al re di Gorgora e al re Melico di Mengrelea. E mandato a buon viaggio l'Ognibene, egli partí per Ungheria, dove ricevuto onoratamente dal re Mattia Corvino, che fu il piú illustre re in arme e in lettere che avessero mai non solo gli Ungheri, ma tutti i regni della cristianità, gli parlò tanto bene sopra le commissioni avute da Ussuncassano che il re, che era pur da sé troppo inclinato a far guerra ai Turchi, promise che non mancarebbe mai a un re cosí benemerito della republica cristiana. E dapoi conversato piú intrinsicamente messer Caterino e conosciuto il suo valore e la virtú, lo fece con molto onore cavalliere, come nel privilegio fatto in Buda alli 20 d'aprile 1474 si può vedere, nel quale sono esplicate tutte l'opere sue in questa impresa e le fatiche esemplari.
      Partí d'Ungheria messer Caterino e se ne venne a Venezia, dove, per esser egli stato in sí lontane regioni che non si ricordava per memoria di uomini che alcun Veneziano avesse fatto né piú lungo cammino né piú memorabile in servigio della patria, fu ricevuto da tutta la nobilità e dal popolo con molta allegrezza; e in particolare i suoi lo viddero come un dio disceso dal cielo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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