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      Ebbe costui di Marta, figliuola della Despina e di Ussuncassano, sei figliuoli, tre maschi e tre femine; né, con tutto che avesse sua moglie figliuola di una signora cristiana, restò d'essere nimico della fede nostra, perché, fattosi capitan di ventura, corse molte volte ostilmente fin in Circassia, mettendo tutto in preda e menando gran numero di schiavi in Persia, in Arduil sua città. Queste correrie, oltra la utilità che ne traeva per i bottini, gli facevano onori, di maniera che ebbe tosto il concorso degli onori della sua fazione: de' quali fatto buon esercito, s'incaminò pur alla medesima impresa di Circassia, e passato Sumachi, otto giornate di sopra Arduil, arrivò in Berbento, che è cinque giornate lontana da Sumachi, avendo lo sforzo con seco di cinque in seimila persone, tutte da guerra e bravi soldati con l'arme in mano.
      È Berbento città che fu edificata alle angustie de' monti Caspii d'Alessandro contra le correrie degli Sciti, dove c'è il passo cosí stretto che cento fanti espediti possono vietar il passo con le picche a un millione d'uomini. Il suo sito è giudicato sopra tutti gli altri delle città di Levante fortissimo, perché ella è posta su l'altezza di certi monti e manda due ale quadre di muro fin al mare, che abbraccia il borgo e il porto, nel quale stanno le navi, con ispazio che non eccede trecento passi. Ed è questo spazio cosí forte e ben munito che sempre facendovi la guardia non vi si lascia entrar alcuno, ed è solo passo per il quale si può andar in Circassia; e lo chiamano i paesani Amircarpi, che significa porte di ferro, non perché ci siano, ma perché il luogo è fortissimo e atto a resister contra ogni guerra.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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