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      DELLO SCOPRIMENTO DELL'ISOLA FRISLANDA, ESLANDA, ENGROVELANDA, ESTOTILANDA E ICARIA FATTO PER DUE FRATELLI ZENI, MESSER NICOLÒ IL CAVALIERE E MESSER ANTONIO, LIBRO UNO.
     
     
      Nel mille e dugento anni della nostra salute fu molto famoso in Venezia messer Marin Zeno, chiamato per la sua gran virtú e destrezza d'ingegno podestà in alcune republiche d'Italia, ne' governi delle quali si portò sempre cosí bene ch'era amato e grandemente riverito il suo nome da quelli anco che non l'avevano mai per presenza conosciuto: e, tra l'altre sue belle opere, particolarmente si narra che pacificò certe gravi discordie cittadinesche nate tra' Veronesi, dalle quali si aspettavano grandi motivi di guerra, se la sua estrema diligenza e buon consiglio non vi si fosse interposto. Fu il primo podestà che tenessi la Republica veneziana in Costantinopoli, l'anno 1205, quando ella n'era patrona con li baroni francesi. Di costui nacque messer Pietro, che fu padre del duce Rinieri, il qual duce, morendo senza lasciar di sé figliuoli maschi, fece suo erede messer Andrea, figliuolo di messer Marco suo fratello. Questo messer Andrea fu capitan generale e procuratore di grandissima riputazione per molte rare parti ch'erano in lui, e fu suo figliuolo messer Rinieri, senatore illustre e piú volte consigliero; di cui uscí messer Pietro, capitan generale della lega de' cristiani contra Turchi, chiamato Dragone, perché nel suo scudo portò, in cambio d'un manfrone che aveva prima, un dragone. Il quale fu padre di messer Carlo il grande, clarissimo procuratore e capitan generale contra Genovesi, in quelle pericolose guerre che furono fatte mentre quasi tutti i maggiori prencipi dell'Europa oppugnavano la nostra libertà e l'imperio: nelle quali per il suo valore liberò, non altrimenti che un altro Furio Camillo Roma, la sua patria da un istante pericolo che correva di non divenir preda de' suoi nimici, onde perciò se ne acquistò il cognome di Leone, portandolo per eterna memoria delle sue prodezze nello scudo dipinto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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