Di messer Carlo furono fratelli messer Nicolò il cavalliere e messer Antonio, padre di messer Dragone, del quale nacque messer Caterino, che generò messer Pietro dai Crocecchieri, di cui uscí un altro messer Caterino, che morí l'anno passato, fratello di messer Francesco, di messer Carlo, di messer Gian Battista e di messer Vicenzo; il quale messer Caterino fu padre di messer Nicolò, che ancor vive.
Or messer Nicolò il cavaliere, come uom di alto spirito, doppo la sudetta guerra genovese di Chioggia che diede tanto da far ai nostri maggiori, entrò in grandissimo disiderio di veder il mondo e peregrinare e farsi capace di varii costumi e di lingue degli uomini, acciò che con le occasioni poi potesse meglio far servigio alla sua patria, e a sé acquistar fama e onore. Laonde, fatta e armata una nave delle sue proprie ricchezze, che amplissime aveva, uscí fuori dei nostri mari, e passato lo stretto di Gibilterra navigò alcuni dí per l'Oceano, sempre tenendosi verso la tramontana, con animo di veder l'Inghilterra e la Fiandra. Dove, assaltato in quel mare da una gran fortuna, molti dí andò trasportato dalle onde e da' venti senza sapere dove si fosse, quando finalmente scoprendo terra, né potendo piú reggersi contra quella fierissima burasca, ruppe nell'isola Frislanda, salvandosi gli uomini e gran parte delle robbe che erano su la nave: e questo fu l'anno mille e trecento e ottanta. Qui concorrendo gl'isolani armati, in gran numero assaltarono messer Nicolò e i suoi che, tutti travagliati per la fortuna passata, non sapevano in che mondo si fossero, e per consequente non erano atti a far un picciolo insulto, non che a difendersi gagliardamente come il pericolo lo portava contra tai nimici.
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