Al suo arrivare si fecero grande dimostrazioni d'allegrezza, cosí per la vittoria di terra come per quella di mare, per la quale i Veneziani erano tanto onorati e celebrati da tutti che non si sentiva d'altro parlare che di loro e del valore di messer Nicolò. Onde il prencipe, che era da sí amantissimo de' valenti uomini, e di quelli spezialmente che si portavano bene nelle cose marinaresche, si fece venir messer Nicolò, e dopo aver con molte onorate parole comendato e lodato la sua grande industria e l'ingegno, dalle quali due cose diceva che riconosceva un molto grande e rilevato beneficio, come era quel di avergli salvata l'armata e acquistato senza alcuna sua fatica tanti luoghi, lo fece cavalliere. E onorati e donati di ricchissimi presenti tutti i suoi, partí di quel luogo, e a guisa di trionfanti per la vittoria avuta andò alla volta di Frislanda, città principale dell'isola, posta dalla banda di levante verso ostro dentro un golfo, che molti ne fa quell'isola, nel quale si prende pesce in tanta copia che se ne caricano molte navi e se ne fornisce la Fiandra, la Bretagna, l'Inghilterra, la Scozia, la Norvegia e Danimarche, e di quel ne cavano grandissime ricchezze.
Fin qui scrive messer Nicolò in una sua lettera a messer Antonio, suo fratello, questi avisi, pregandolo che con qualche nave lo volesse andar a trovare. Per il che egli, che non men era desideroso che si fosse il fratello di veder il mondo e pratticar varie genti, e perciò farsi illustre e grand'uomo, comprò una nave e, dirizzatosi a quel camino, doppo un lungo viaggio e varii pericoli scorsi giunse finalmente sano e salvo a messer Nicolò, che lo ricevette con grandissima allegrezza, e perché gli era fratello e perché era fratello di valore.
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