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      E hanno una manica nel fondo, che tengono legata nel mezo, e quando entra acqua nel naviglio la prendeno nell'altra metà e, con due legni chiusi serrando di sopra, e aprendo la legatura di sotto, cacciano l'acqua fuori; e quante volte occorre lor di far di questo, lo fanno senza disconcio o pericolo alcuno.
      L'acqua poi nel monistero, per esser di zolfo, si conduce nelle camere de' maggiori per certi vasi di rame, di stagno o di pietra, cosí calda che come una stufa riscalda benissimo la stanza senza che v'introduchi puzza o altro cattivo odore. Oltra di questo, menano un'altra acqua viva con un muro sotto terra, acciò che non si agghiacci, fin nel mezo della corte, dove cade in un gran vaso di rame, il quale sta in mezo d'un fonte bollente; e cosí riscaldando l'aqua per il bere e adacquar i giardini, hanno dal monte tutte le commodità che si possono desiderar maggiori. Né pongono in altro piú cura quei buon padri che nel coltivar bene i giardini e nel far belle fabriche e vaghe, e sopra tutto commode; né mancano lor in questo buoni ingegni e uomini industriosi, perché pagano e donano largamente, e verso quelli che portano frutti e semenze sono senza fine liberali e larghi nello spendere; per il che v'è un grandissimo concorso di ovre e di maestramenti, per esserci in quel luogo cosí buon guadagno e miglior vivere. Usano il piú d'essi la lingua latina, e specialmente i superiori e i grandi del monistero.
      Questo tanto si sa d'Engroveland, della quale messer Nicolò descrive tutte le cose dette, e particolarmente la riviera da lui discoperta, come nel disegno per me fatto si può vedere.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





Engroveland Nicolò