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      Dicono ancora aver alcuni santi; adorano un Dio, e Iesú Cristo e credono la vita eterna, ma non si batteggiano. La nostra scrittura onorano e reveriscono, amano li cristiani e fanno molte elemosine, e parono uomini assai benigni e umani. Non hanno barba nella faccia; concordano in parte con li Tartari. Megliori artefici non si potrebbeno trovare al mondo, in qualonque opera si esercitano; la terra loro è ricchissima di formento, vino, oro, seta e altre cose.
     
     
      Della battaglia che fecero nell'India maggiore e minore.
      Cap. 8.
     
      Avendo dopo la prefata vittoria li Tartari alquanto riposato, partirono li suoi eserciti. E l'imperatore mandò uno delli suoi figliuoli, detto per nome Fossut, il quale eziandio chiamavasi Cam, cioè imperatore, contro li Comani, i quali con molta guerra superati, ritornorono nel suo paese. Mandò etiam un altro figliuolo contro li Indiani e superò l'India minore. Questi sono neri saracini, chiamati Etiopi. Partito l'esercito de lí, se n'andò alli cristiani che sono nell'India maggiore. La qual cosa udendo il re di quel paese (che da tutti è detto il Prete Ianni), congregato l'esercito venne contro a quelli. E aveva fatto far imagine di bronzo le quali, poste sopra li cavalli o piú tosto elefanti, oppose a quelli; dietro quelle erano uomini con folli over mantici, che soffiando accendevano un foco artificiato che di quelle abondantissimamente usciva, che, con gran scorno de l'inimica gente, li cavalli e l'inimici abbrucciava. Scendeva sí grande fumo da quel fuoco greco in aere che luce alcuna ivi non si poteva vedere.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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