Innanti che venissero li Tartari alli predetti monti, passorono piú d'uno mese per una larga solitudine; e indi procedendo piú anche d'un mese camminorono per un grande deserto, onde fu ritrovato uno paese nel quale vedevano le pedate de' piedi per le strade, ma gente alcuna non era d'intorno. Pur finalmente ritrovorono uno uomo con la sua moglie, il quale, menato alla presenza de Chingiscam, fu dimandato da l'imperatore dove abitassero gli uomini di quel paese. Rispose che in terra sotto li monti abitavano; allora Chingiscam, tenuta la sua donna, mandò lor a dire che venissero a lui. Il quale andato, tutto il fatto raccontò: quelli risposero che in tal giorno venirono alla sua presenza, per fare il suo comandamento. Ma in questo mezo per vie occulte sotto terra si ragunarono, e vennero disopra a battagliare con Tartari, e molti all'improvisa ammazzorno.
Questi popoli, quando il sole usciva, non potevano soffrire quel strepito, anzi, come era tal tempo, bisognava che ponessero una orecchia in terra e l'altra fortemente chiudessino, per non udire quel suono orribile; né eziandio a questo modo erano sí cauti che molti non morissino.
Veduto adunque Chingiscam che faceva nulla, e li suoi avevano il peggio, partissi di qui, e menò seco quelli due che erano stati trovati, i quali dimororono in Tartaria fino alla morte. E dimandati per qual causa abitassero sotto terra, dissero che in quello luoco ogni anno a certo tempo, quando nasce il sole, fassi tanto romore che non si può per modo alcuno tolerare; la qual cosa acciò non odano, allora con timpani e altri instrumenti musici tutti cominciano a sonare.
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