Il resto è rimasto in Tartaria, cioè Mengu, Sirenen, Hubibay, Smocur, Cara, Gay, Sibedey, Bora, Berca, Coresa. Sono etiam molti altri principi de' quali non sapemo il nome.
Della potestà che ha l'imperator e li principi.
Cap. 12.
L'imperator loro sopra tutti ha un mirabile dominio, conciosiaché niuno ardisce dimorar in parte alcuna se non gliela assegna; e quello ordina il loco a' principi, li principi a' conduttieri, li conduttieri a' centurioni, li centurioni a' decani. Tutto quello viene loro commandato, sia qual tempo e loco si voglia, in guerra alla morte, senza altra contradizione obbediscono. Imperoché, se l'imperatore dimanda la figlia vergine o sorella d'alcuno, la danno senza contradire, anzi spesse volte fa adunare molte donzelle dalli confini di Tartari, e quelle che vuol ritiene per esso e le altre dà alli suoi baroni. E in ogni luoco dove manda messaggi fa di bisogno li sia dato cavalli e spese senza dimora; e similmente venga da qual parte si voglia ambasciatori con tributi, è di necessità gli siano dato cavalli, carrette e spese. Ma quelli che vengono da terre non sottoposte a lui sono in gran miseria e povertà del viver e vestire, e massime quando vanno a' principi e li bisogna tardare, però che cosí poco danno a dieci uomini che non basteria a uno over duo. E se vien loro fatto ingiuria, non si possono lamentare, e peggio che molti doni cosí da principi come sergenti sono richiesti, li quali se non darai fanno beffe di te e reputano da niente. Onde a noi gran parte delle cose che n'avevano dato li cristiani per viver fu di bisogno spender in presenti.
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