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      Ma li poveri hanno ogniuno da per sé una bolza, o vogli dire sacco di cuoro ben cucito, e, messo in questo le sue robbe, lo ligano alla coda del cavallo, e cosí passano il fiume, come è detto di sopra.
     
     
      In che modo si può loro resistere.
      Cap. 16.
     
      Niuna provincia esser penso che possi fargli resistenza, percioché d'ogni paese qual sia sotto il suo dominio soglieno far gente d'arme. E se una provincia che li sia vicina non li dà soccorso, destrutta quella che assediavano, con li uomini che hanno preso vanno contro a questa, e pongono quelli primi nell'esercito, e se si portano male li occidono. Se gli cristiani vogliano combatter con loro, fa bisogno si adunino insieme e di commune consiglio facciano resistenza. Li combattitori abbino archi forti e balestre, che molto temono, frezze e dardi a sufficienza; una parte s'arma di buon ferro, over manera col manego longo. Li ferri delle sagitte, quando son caldi, debbono temperare a modo de' Tartari, cioè nell'aqua mescolata col sale, acciò vagliono a penetrar l'arme loro. Le spade e lancie con gli ancini, che vagliano a traer quelli di sella, però che facilmente cascon di quella. Abbi scudi e altre armi con le quali possino defender se stessi e li cavalli dall'armi e sagitte loro; e se alcuni non sono sí ben armati, debbono a l'usanza loro stare indietro e ferir quelli da longi con archi e balestre.
      Similmente è di bisogno, come abbiam detto di sopra fare li Tartari, ordinar le squadre e poner legge alli combattenti che, qualunque si volterà a saccheggiar nanti la vittoria, debbono sottogiacer a gran pena: chi cosí facesse appo loro sarebbe morto senza altra compassione.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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