Il loco dove si de' battagliare sia nel piano piú che si può, acciò da ogni canto si veggiano; né tutti debbono insieme ragunarsi, ma ordinar molte schiere, né perciò troppo distanti l'una dall'altra. Contra quelli che prima s'affrontano è bisogno mandar un squadrone, e l'altro sia preparato in suo soccorso succedere; son ancora necessarii molti speculatori ad avisar quando si muoveno le ciurme, imperò esse sempre squadre con squadre debbonsi poner all'incontro, conciosiaché quelli ogni ora si sforzino serrar in mezo l'inimico. Siano attenti eziamdio li soldati, benché fuggano, non li tenir molto dietro, acciò (come soleno fare) non li tirino all'inganni apparecchiati, peroché piú con fraude che con fortezza combattono, e ancora acciò non si stanchino li cavalli, imperoché noi non n'abbiamo in tanta moltitudine quanto loro: li Tartari, quelli che cavalcano un giorno, tre e quattro giorni piú non toccano. Oltra di questo, se voltano e' Tartari le spalle, non perciò debbono partirsi li nostri over separarsi: questo fingono per poter, diviso l'esercito liberamente tornar a distrugger il paese. Ma al postuto li nostri capitani mettano guardie giorno e notte per l'esercito, né fa mestier li combattenti giacer spogliati, ma sempre pronti alla battaglia, conciosiaché sempre li Tartari come demonii son vigilanti a procurare inganno e dar nocumento. Certo quelli di loro che in guerra son caduti da cavallo è da pigliarli, perché, come son al piano, fortemente sagittano e gli uomini con gli cavalli ferendo amazzano.
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Tartari Tartari Tartari
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