Le qual cose udite, li Tartari dissero voler dar cavalli e guida che ne conducessero fino a Corenza. Subitamente, ricevuto quello che dimandorono da noi, prendemmo cammino con la guida a Corenza principe; ma essi nientedimeno mandoron innanti un messo a staffetta che dicesse al prefatto principe ciò che da noi avevano inteso. Questo principe è signor di tutti che son posti in guardia contra gli popoli occidentali, acciò per caso non si facesse alla provista movimento alcuno; e si dice che ha sotto di sé seicentomille armati.
In che modo furono ricevuti da Corenza.
Cap. 19.
Pervenuti adonque alla sua corte, fece che lunge da lui ne fosse posta una stanza, e mandò gli suoi procuratori che ne dimandassero con che cosa se gli volevamo inchinare, cioè che presenti, inchinandosi, eramo per fargli. A' quali rispondemmo lo signor nostro papa non mandar presente alcuno, sopra ciò che non era certo dovessimo pervenir in Tartaria, e che eramo venuti per lochi pericolosi; ma nientedimeno, di quelle cose che per grazia d'Iddio e del signor nostro papa avevamo avuto per viver, a nostro poter lo onoraressimo. Cosí, presi da noi doni, fumo condotti al suo padiglione, over orda, insegnatoci che nanti la porta della stanza tre fiate col ginocchio sinistro ci inchinassemo e attendessimo con diligenzia non toccar col piede il soglier della porta. E poi che entrammo alla presenzia sua, e de tutti i maggiori che per questo erano chiamati, replicassimo inginocchione quello avemo detto desopra. Furono eziandio offerte le lettere del signor nostro papa, ma l'interprete che da Kionia con pagamento avevamo menato con noi non era sufficiente ad interpretarle, né manco si ritrovava alcun altro; dove, datigli cavalli e tre Tartari che ne guidassero, se n'andammo al Baty.
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Tartari Corenza Corenza Corenza Tartaria Iddio Kionia Tartari Baty
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