Di qui passando gli uomini che andavano a Ieroslao, duca di Rossia, morirono di sete in grande numero. Per questo paese e per Comania eziandio trovammo giacer in terra molti capi e ossi di morti, come in sterquilinio. Fu lo nostro cammino dall'ottava di Pasqua fino a l'Ascensione, e gli abitanti erano pagani, e cosí loro come li Comani non lavorano terra, ma vivono d'animali, né edificano case, ma stanno in trabache. Li Tartari destrussero questi e abitano nelle loro terre, e quelli che son rimasti li servono.
Come vennero alla prima corte del futuro imperatore.
Cap. 22.
Usciti del paese de' Kangiti intrammo nella provincia de' Bisermini, che parlano in lingua comana, ma tengono la legge de' Saracini; eziandio in questo paese trovammo infinite città con castelli minate e molte ville deserte. Il signor si chiamava Altissoldano, il quale con tutta la sua progenie fu destrutto da' Tartari. Qui sono monti altissimi, e da mezogiorno è la città di Gierusalem e Baldac e tutta la terra de' Saracini, e non distante da quelli confini dimorano due fratelli carnali principi de' Tartari, cioè Burin e Cadan, figliuoli de Thiaday, che fu de Chingiscam. Da l'aquilone è il paese de Kithay e lo mare dove dimora Siban, fratello del Baty. Per questi luoghi andammo dall'Ascensione fin quasi ad otto giorni nanti la festa di santo Giovanni Battista; poi intramo nella terra delli Kithai neri, nella quale l'imperatore ha edificato un palazzo dove etiam fummo invitati a bere. E quello che posto è lí dall'imperatore fece danzar alla nostra presenzia li maggiori della città e due proprii figliuoli che aveva.
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