Tra questo mezo mandava Losyr messi, dicendo che securo uscisse del castello e si eleggesse quello che meglio li pareva, o liberamente lassar il paese e gir dove li piacesse, over da qui indietro rimaner nella Turchia con benevolenzia de Losyr, come già per avanti. Consentendo Salesadino, e avuto il giuramento da Losyr d'osservar ciò gli prometteva, era uscito già del castello e menato dagli ambasciatori, quando il perverso, mandati all'incontro altri, comandò che l'amazzassero nella via, la qual cosa eziandio fu osservata. Sapeva Salesadino parlar tedesco e francese, amava molto li cristiani e, se alquanto piú fosse vissuto, sarebbesi (come si crede) battezzato.
Della confermazione della pace fra Turchi e Tartari.
Cap. 26.
Nel medesimo anno che morí il soldan di Turchia Gaiasadino, li successe il figliuol maggiore Raconadio, cioè l'anno dell'Incarnazione 1245. Li Tartari fecero tregua con li Turchi e allora quattordici camelli carichi d'iperperi, che son sorte di monete, furono mandati al gran Cane, e trecento somieri di panni di seta scarlatti e altri panni preziosi con molte cavalcature. Il fratello del soldan, Azadino, fu mandato a l'imperator per far questa pace; in somma li Turchi con questa condizione si fecero tributarii de' Tartari. Ogni anno rendono a quelli mille migliara e ducentomille iperpere e cinquecento panni di seta, la seconda parte dorati, cinquecento cavalli e tanti camelli e cinquemila castroni: tutte queste cose son tenuti condurre a sue spese salve e intere fino a Mongan.
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