Nel steccato appresso il padiglione erano due maggior porte, per una delle quali doveva entrare l'imperator solamente, e qui niuna guardia era posta, benché fosse aperta, conciosiaché nissuno aveva ardimento d'entrare o uscire per quella. Dall'altra tutti quelli ch'erano ricevuti entravano, e qui era la guardia con spade, archi e sagitte: per tanto, se alcuno si approssimava oltra li confini posti al padiglione, se era preso battevasi, ma, se fuggiva, con ferro o frezza li tiravano dietro. Erano molti li quali nel freno, sella, petoriali e simil cose a nostro giudicio avevano per vinti marche d'oro. Cosí li principi infra il padiglione parlavano insieme e trattavano (come credemmo) la elezione dell'imperatore, ma tutto il popolo dimorava da lontano fuori dello steccato, e cosí stavano insino a mezogiorno; allora si cominciava a bever latte di cavalle, e fin alla sera tanto ne bevevano che era cosa mirabile a vedere. Noi eziandio chiamaron piú entro e ne diedero della cervosa, e questo ne fecero per segno di onore, ma tanto ne sforzavano a bevere che per niun modo tal consuetudine potevamo sostenere; onde mostrammo questo esserne grave, per il che cessorno far tal sforzo.
Erano di fuora il prince Ieroslao de Susdal di Rossia e molti principi de' Kithai e Solanghi; due eziandio figliuoli del re di Georgio, li ambasciatori del califo di Baldach, che era soldano, e piú di dieci soldani de' Saracini (come credemmo). Dicevasi esser piú di tremile ambasciatori tra quelli che portavano tributo e quelli che lo lassavano, e per quali avevano mandato quelli ch'erano prefetti delle provincie.
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