Oltra che saria stata in tutto spenta la speranza di quelli cristiani che son suoi prigioni e aspettano dalla Chiesa la sua liberazione, e ancora acciò non fosse imputata alla sacrosanta Chiesa macula alcuna nella costanzia e dispregio di morte che adorando quello sarebbono incorsi.
Come li frati esortorno li Tartari a diventar cristiani.
Cap. 41.
Il predetto consiglio e proponimento di consenso di tutti liberamente a quelli frate Ascelino dichiarò, e piú aggiunse: "Né forse che sia longi da noi si possi trovare materia di discordia over pertinacia nelle nostre risposte, o dal vostro signore o d'altri, conciosiaché alle orecchie vostre possono parer aspre e superbe, questo eziandio per voi notificamo a quello, che siamo apparecchiati farli ogni reverenzia che si conviene far sacerdoti e uomini religiosi e ambasciatori del signor papa, salva la dignità della religion cristiana e osservata in ogni loco la libertà della Chiesa. Eziandio quella riverenzia che solemo far a' nostri maggiori re e principi, la quale c'insegna la Scrittura: "a' maggiori inchina lo tuo capo", pronti semo e apparecchiati prestargli per il ben della pace, unità e concordia. Ma quella che volete ricusamo, come ignominia della religion nostra, e piú tosto eleggemo sostenere qual morte ne vorrà dare il vostro signore. Ma se (quello che lo nostro signor papa e cristiani desiderano) si volesse far cristiano Baiothnoy, non solo nanti quello se ingenocchiaressimo, ma etiam tutti voi; e piú baciaressimo le piante de' piedi vostri e de' minori per l'amor d'Iddio".
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