Sopra la porta di questa città è posto il corpo di s. Atanasio, quello dico qual compose il simbolo qual comincia: "Quicunque vult salvus esse etc.".
Ora, da quivi partendomi, me ne andai nell'Armenia maggiore, ad una città domandata Acron, città certamente buona; e per il tempo passato fu molto ricca e abondevole di carne, pane e di molte altre vettovaglie, eccetto che di frutti; e oggidí in quello stato di abondanzia e suo esser sarebbe, quando da gente tartaresche e moresche non fusse stata destrutta. Questa dicono esser la piú alta terra che al presente sia nel sito del mondo. Ha ancora buone acque, imperoché le vene dalle quale esse acque sorgono e nascono hanno origine e capo dal fiume Eufrate, distante dalla detta città una giornata; e da quello le acque per ditte vene pianamente trascorrono insino ad essa. Questa ancora ci diede mezo per andar in Tauris città.
Di qua partendomi, andai in un certo monte chiamato Sollisaculo, nella contrata del quale è il monte Gordico, dove Noè insieme con l'arca dopo la cessazione del diluvio si posò; lo quale, quando dalla compagnia con la quale io era fosse stato aspettato, con desiderio arei asceso. Nondimeno volendo, non ostante questo, salirvi, le genti della predetta contrada che ivi erano dicevano mai in alcun tempo alcuno aver possuto né poter salirvi, dicendo questo parere che non da altro procedesse, eccetto dal voler dell'altissimo e grande Iddio, al qual credemo, come se dice, che non piaccia che niuno vi salisca.
E da questa contrada e preditti monti partendomi, me n'andai in Tauris, anticamente chiamata Susi, città grande e regale e in bel sito posta, qual fu sotto il dominio di Assuero re: dove si dice esser l'Arbor secca in una mosceta, che vuol dire una chiesa di saraceni.
| |
Armenia Acron Eufrate Tauris Sollisaculo Gordico Iddio Tauris Susi Assuero Arbor
|