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      Di dove partendomi, passai in la Caldea, il regno della quale è molto grande, e verso di essa camminando giunsi alla torre di Babilonia, dalla predetta distante quattro giornate. Nella detta Caldea è il vero idioma caldeo, qual noi chiamamo lingua caldea. Gli uomini della quale sono belli, e vanno molto ornati e acconci in quel modo che le donne nostre qui usano: portano in testa certi faccioli d'oro insertati di perle. Ma le lor donne sono brutte e non portano vestimenti né scuffia né altra legatura in testa, ma con li capelli sciolti e scapigliate, solo di una camicia insino alle ginocchia corta vestite e discalze vanno, con le maniche larghe e sí longhe che toccano la terra; e quando cosí in alcuno luogo vanno, vi è usanza che gli uomini dalli quali esse sono accompagnate avanti di loro camminano, sí come qui da noi gli uomini dopo le donne seguano.
      Di qui partito, venni nella interiore India, molto dalli Tartari danneggiata, gli uomini della quale il piú delle volte il lor cibo usano solamente mangiare dattili, delli quali v'è tanta copia che 40 libbre d'essi per men prezio se hanno che sia un grosso: e di molte altre cose v'è il simile.
      E partito che fui dal predetto luogo, molti luoghi e paesi passando, venni al mar Oceano. La prima terra che trovai era chiamata Ornez, terra ben murata e di molte e grandi mercanzie copiosa, in la quale è tanto grande caldo che le virile membra degli uomini escono dalla lor borsa e loco dove sono, e per insino alla mità delle coscie scendendo vengono: per il che fanno una certa unzione con la quale il corpo e le membra ongono, e quelle onte in certi sacchetti legate e intorno di essi centi portano; la qual cosa se li predetti non facessero, tutti senza dubio morirebbono.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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