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      Con il detto re molte volte il gran Can di Catay ha fatto guerra, ma sempre da questo è rimasto vinto e superato.
      Vicino a questa isola è posta un'altra contrada domandata Paten e d'alcuni altri chiamata Malamasmi, sotto della quale sono molte isole. In questa contrada sono varie e diverse sorti d'arbori, delli quali alcuni farina, alcuni mele, altri vino producono, e molti veneno il piú pericoloso che sia al mondo; tal che, se casualmente alcuno ne prendesse, a quello non è niuno rimedio se non uno, che pigliano del sterco dell'uomo e quello dissoluto con acqua beveno, e in questo modo si liberano. Quelli arbori che producono farina sono grandi, ma di poca altezza, il tronco delli quali con una accetta tagliano, di dove escie un certo liquore simile alla colla; qual essi in certi sacchetti di foglia mettono, e quello per spazio di giorni quindeci al sole lasciano. Dove dimorando, nel fine di detto spazio si converte in farina, qual pigliano, e nell'acqua del mar dimorando per dui giorni continui quella lasciano. Qual passati ripigliano e nell'acqua dolce la lavano, e di quella poi fanno pane molto buono, di fora bello ma dentro alquanto negro, e non solamente di quello pane, ma in ogn'altro uso che lor piace se ne serveno: del qual io, fra Odorico, ho veramente visto e mangiato.
      Appresso di questa provincia e paese di Paten, verso il mezogiorno, vi è il mar qual chiamano il mar Morto, l'acque del quale sí continuamente e veloce verso il mezogiorno corrono che, se alcuno vi casca, mai piú (per la velocità credo d'esse acque) si ritrova.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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