Li gridi degli uomini, delli cani e li stridi degli uccelli sono sí grandi che uno non può intendere l'altro: dalli quali ancora tutti quelli animali ridotti tanto si spaventano che timidamente tremano. E congregati quelli animali nel modo predetto, viene il re, portato da tre elefanti, e lancia tre saette in quelli; quali lanciate, tutti quelli che li accompagnano fanno il medesimo, avendo ciascuno la sua saetta con il proprio segno segnata, accioché una dall'altra si cognosca. E a quell'altre ammazzate poi vanno, e le saette dietro quelle lanciate raccogliendo; quali essendo (come è detto) segnate, ottimamente la sua ciascuno discerne, toccando ad ogniuno d'essi quell'animale qual con la sua saetta ha ferito.
Questo re similmente fa quattro feste all'anno, cioè la festa del suo nascimento e la festa della sua circoncisione, e cosí le altre, alle quali fa chiamare tutti li buffoni e li baroni di sua parentela, ma specialmente quelli chiama alle predette due prime. Li quali essendo chiamati vengono con una corona in testa, sedendo allora il re in sede regale di quel modo abbiamo di sopra detto; al qual arrivati, ordinatamente stanno nel lor loco deputati. Delli quali li primi vanno vestiti di scarlato, li secondi di colore sanguigno, li terzi di turchino, portando ciascuno in mano una tavola di denti d'elefanti bianca, centi de cingolo d'oro un somesso alto, con un grande silenzio stando in piedi; vicini a questi stanno similmente li buffoni, tenendo le loro insegne. E doppo questi in un angulo del palazzo dimorano filosofi grandi e sapienti, li quali attendono a ciascun punto e ora e, occorrendoli quel punto o vero quell'ora quale aspettano, un di quelli allora con alta voce gridando dice: "Chinatevi al nostro imperator signor grande"; allora tutti li baroni tre volte una doppo l'altra danno della testa in terra, e cosí battuti stanno insino che un altro delli detti sapienti un'altra volta sclama dicendo: "Tutti levatevi". Il che inteso, subito si levano, e fatto questo attendono agli altri punti, quali similmente trovati, un'altra volta si sclama: "Ponetevi un dito nell'orecchia", e quelli subito lo pongano, e dicendo: "Cavatelo", lo cavano.
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