Per il che non volendo a quella (com'ho detto) avicinarmi, andai nell'altro capo della valle, e sopra un certo monte arenoso salito sopra di esso guardando niente altro vedeva, eccetto che udiva li predetti nacari sonare. Ed essendo nel capo di questo monte, trovai una quantità d'oro e d'argento a modo di squame di pesce adunata, della quale me ne posi nel seno alquanto, qual poi pensando che fossero inganni di demonii, quello sprezzando in terra buttai. E cosí di lí per il volere di Dio senza niuna offensione usci': qual cosa sapendolo poi li saraceni e altre genti, molto mi riverivano, stimandomi, essendo di tal loco vivo uscito, santo, dicendo quelli corpi morti che in quella valle dimoravano essere uomini di spiriti infernali.
Una cosa ho a dire del gran Cane, qual ho vista, che passando il predetto per quella contrada, tutti gli uomini avanti l'uscio di sua casa fanno fuoco, e in quello pongono profumi, accioché quello passando gli inspirino odore, e venendo molti uomini lo vanno ad incontrare. Il qual avendo una volta a venir in Cabalec, e sapendosi certo della sua venuta, un nostro vescovo e alcuni nostri frati e io con essi in compagnia andassimo per due giornate ad incontrarlo; ed essendoci a quello appropinquati, ponessimo la croce sopra un legno, tal che si potea manifestamente da ciascuno vedere. Io aveva in mani l'incensero, qual meco aveva portato, e incominciassimo ad alta voce cantare, dicendo "Veni creator Spiritus". Qual canti avendo il detto udito, ne fece chiamare e comandò che ce gli accostassimo, che altramente non si averessimo appropinquati, essendo che abbiamo detto che nissuno per meza arcata possa, se non chiamato, appropinquarseli.
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Dio Cane Cabalec Spiritus
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