Il paese è di saracini. La gente è idololatra e adora il bue, della cui carne non ne mangierebbeno per qualsivoglia cosa del mondo, ma gli fanno ben lavorar la terra; però, giunti che sono al sesto anno, li lasciano andar via dove loro piace e gli adorano in ogni loco che se gli fanno incontro; e del loro sterco se n'ungono il viso, credendo eglino allora esser santificati. Né solo questo animale adorano, ma bensí come primo degli altri con minor riverenza, ma però molti e varii ne adorano: chi pesci, chi fuoco, chi luna, chi arbori, chi il sole. Le donne vanno nude, e quando alcuna va a marito, monta a cavallo e 'l marito monta in groppa e gli tiene appontato un coltello alla gola; e non hanno niente indosso, se non in testa una cuffia alta alla guisa d'una mitra e lavorata di fioretti bianchi; a cui cantando tutte le vergini della terra vanno innanzi ordinatamente fino a casa, dove lo sposo e la sposa si restano soli, e la mattina, levati, vanno pur nudi come prima.
Quindi partendo e navigando per lo mare Oceano verso il nirisi, e trovando il sole, e caminando per lunghe contrade, arrivammo a quella di Nicoverra, la qual gira a torno circa duemila miglia. Dove viddi e uomini e donne colla testa di cane e nudi, quali pure adoravano un bue, della cui effigie tali ne portano nella fronte una d'oro, altri una d'argento, secondo loro avere. Gli uomini sono grandi communemente e fortissimi; la maggior parte del tempo fanno guerra, e alla nuda, fuori che sono coverti da uno scudo grandissimo che gli cuopre fino a terra.
| |
Oceano Nicoverra
|