Quando prendono alcuni de' loro nemici, se non si riscattano se gli mangiano arrostiti, e 'l simile vien fatto a loro dai nemici. E 'l re di queste bestie era con una catena al collo di trecento perle grosse e bianche e tonde com'una nocella; e oltre ciò nella destra mano aveva un rubino che, per lo vero Iddio, era piú grande d'una spanna, e cosí fino che parea d'aver in mano un carbone infocato. E diceasi che il gran Cane avea piú volte messo ogni suo ingegno e forza per averlo, ma non l'avea mai possuto avere. Il re, benché sia idololatra e col viso rassembri un cane, tien ragione e giustizia, e ha gran quantità di figliuoli ed è di gran possanza, e per tutto il suo paese si va sicuro senza essere offeso.
Di qui partiti arrivammo, caminando verso oriente, in una grandissima isola chiamata Diddi. Qui è grandissima gente, che non mangia cose che siano compre; le donne e gli uomini grandi e membrutti, quali si mangiano l'un l'altro; e il padre vende i figli come da noi si vendono i capretti. E se o uomo o donna alcuna si ammalasse, subito sono portati ad un lor sacerdote che attende alli sacrificii de' loro idoli, fra' quali ve n'è un grandissimo tutto di oro il quale è piú degli altri adorato, a cui si porta innanzi l'ammalato, il quale doppo molte orazioni fattegli risponde se dee morire o guarire. Se dee guarire, l'ammalato è riportato a casa, con esser prima fatte all'idolo molte offerte. Ma se l'idolo risponde che debba morire, il sacerdote toglie un panno e gli lo mette d'intorno alla gola e lo strangola, e del morto ne fanno piú di mille pezzi e lo mettono in un vaso grande, e cosí vien mangiato da tutti i parenti; e dell'ossa si fan certe cerimonie e poi sono sotterrate.
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Iddio Cane Diddi
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