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      E non solo i Sarmati, ma molte altre nazioni ad essi finitime, abbandonando le lor proprie stanze, passarono in provincie piú abitabili, come furono i Cimerii, altramente detti Cimbri, i Goti, i Daci, i Svevi, over Tuisconi, e i Saci, che ora si chiamano Sassoni e che sino a' tempi nostri co' Sarmati confinano. Ma non è già da credere che le genti da' suoi luochi tutti a un tempo si levassero, ma che molti rimanessero nell'abitazioni dagli altri abbandonate; la qual cosa appieno si prova esser vera per quelli Tartari che stanno a' tempi nostri appresso il fiume Tanai e tra la palude Meotide e il mar Maggiore, percioché questi e ne' costumi e nel modo del vivere poco sono da' Sarmati differenti.
      Ma, tornando all'istoria, quei Sarmati che si fermaro appresso il fiume Vistola, avendo insieme coi Teutoni lor confederati con le continue correrie desolate tutte le circonvicine provincie, e non trovando piú che depredare, né volendo piegarsi a lavorar la terra, si trovaro non aver piú di che vivere: onde, unitisi insieme con detti Teutoni, fecero un esercito di trecentomila persone e passarono piú inanzi all'acquisto di provincie piú fertile e piú grasse, e lassato il nome de Sarmati, dal fiume Vandalo, sopra il qual essi abitavano, detto da' moderni Vistola, fur nomati Vandali. Il primo passaggio che fece questo cosí grosso esercito fu nella Panonia, al tempo dell'imperator Costantino il Magno, e scacciatone gli antichi abitatori per quaranta anni la conservar in poter loro, di dove (per quanto narrano l'istorie degli Ungari) furon poi da' Goti discacciati.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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