E sina a' nostri tempi ritengono queste città i nomi da' Poloni in lengua slava postoli, come sono Wisimer da Wisimero, Lubeca, città ricchissima e popolosa, Dancica, terra famosissima, fondata da' Poloni su' liti del mar Germanico per un ostaculo contra le correrie de' Dani. Avendosi poi Visimiro fatto tributario il re de' Dani e tolto un suo figliuolo per ostaggio, dopo assettate le cose di Dania ricondusse l'armata carica delle spoglie de' nimici a salvamento in Polonia. Ed essendo successa bene a' Poloni questa prima impresa navale, presero animo grande e attesero ad esercitarsi nelle cose maritime.
Passati alquanti anni, sopportando mal volontieri il re Sivardo il giogo de' Poloni, fece lega con gli Holsazi e con i Swezii, e levatosi dalla obedienza mosse di nuovo guerra a' Poloni, menandoli sopra un numeroso esercito. Ma anco questa seconda volta fu da' Poloni rotto e le sue genti messe a fil di spada in Scania, ed essendosi il re con la fuga salvato, poco dopo, vedendosi privo dell'esercito e le sue cose redotte a mal passo, morí di puro dolore. Dopo la cui morte Visimiro soggiogò al suo imperio gran parte della Dania, e dopo aver fatte molte altre degne imprese, e aggrandito assai il suo stato, morí senza lassar figliuolo alcuno. Estinta che fu in Visimiro la casata di Lecho, se misero i Poloni in libertà, e non volendo comportare d'esser da alcun prencipe straniero signoregiati, fatta una general dieta in Gniezna crearono dodeci palatini, uomini tra lor prencipali e valorosi, a' quali della lor republica dettero il governo.
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