E subito mandò commissione per tutto il regno che alli sette di marzo si gettassero per terra, si spezzassero e si abbrusciassero tutti gli idoli ch'erano nelle terre e luochi a lui sogetti; percioché quei popoli prima onoravano col divino culto molte creature, come il sole, la luna e l'aura, che essi Pegwisd chiamavano. E oltra questo adoravano Iove, da essi detto Iossa; Plutone, qual Lacton over Lactone nominavano; Cerere, chiamata Niam, un tempio famosissimo della quale era nella città di Gnezna; Venere e Diana, questa detta da lor Ziovonia e quella Marzana; e anco Lelo e Poleto, da' Romani chiamati Castore e Poluce: e sin ora ne' conviti o mentre insieme bevono raccordano queste genti i nomi loro, gridando spesso d'allegrezza queste parole, Lelo e Poleto.
Solevano, ne' giorni dedicati alle feste di questi lor dei, ridursi gli uomini e le donne, i gioveni e i vecchi, tutti in un luoco a ballare e giocare, e massime alli venticinque di maggio e alli venticinque di giugno: la qual congregazione chiamavano stado, cioè squadra. La qual cosa nelle ville de' Ruteni e de' Littuani ancora s'usa, percioché dalla dominica di Pasqua insino alla festa di san Giovanni Battista si raccogliono le donne e le donzelle a squadre a ballare, gridando con voci geminate questa parola, lado lado, e battendo insieme le mani vanno in giro ballando. E nella Slesia, a' confini di Polonia, alli sette di marzo, giorno nel quale fur gli idoli destrutti, redottisi insieme i putti per i castelli e per le ville, per un costume già molto tempo messo in uso, fanno una statua come di donna e uscendo a squadre fuori del castello, cantando una certa lor cantilena il simulacro giú di un ponte nel fiume precipitano.
| |
Pegwisd Iove Iossa Plutone Lacton Lactone Cerere Niam Gnezna Venere Diana Ziovonia Marzana Lelo Poleto Romani Castore Poluce Lelo Poleto Ruteni Littuani Pasqua Giovanni Battista Slesia Polonia
|