Nettata a questo modo la Polonia dagli idoli, il prencipe Mieczslao instituí per segno piú chiaro della accettata cristiana fede che nel celebrar la santa messa, mentre l'Evangelio si legge, cacciassero gli uomini mano alle lor spade, volendo significare che essi erano apparecchiati a combattere sina alla morte per la fede cristiana. Fondò molte chiese, parocchie ed episcopati, e arricchilli di buone e grosse intrate. Ebbe un solo figliuolo della moglie boema, nomata Dambrowka, che battezato prese nome Boleslao Chabro; ed essendo essa poco dopo il parto morta, si tornò Mieczslao a maritare in Iudit, figliuola del prencipe degli Ungari, la qual anco essa li partorí un figliuolo, nomato Mieczslao. E finalmente, lassando molte memorie de cristiana pietà nella Polonia, felicemente uscí di vita. Aveva egli molto prima mandati ambasciatori a Benedetto, sommo pontefice, chiedendo di esser ornato di regal corona; ma non li fu concessa per dubbio che egli non fosse bene ancora fermato nella cristiana fede.
Boleslao Chabro primo re di Polonia.
Vici, devictos cepi cum rege Bohemos,
subieci Moravos Saxoniosque mihi,
Cassubios populosque freti cis littora nostriet Prussios, dubia teque, Ruthene, fide.
Imperii fines, positis ex aere columnis,
signavi, Herculeum sic imitatus opus.
nec mihi templa minus curae quam castra fuerunt,
hac quoque laude patri cedere nolo meo.
Regia ab egregio sortitus stemmata Othone
sum Gneznae (Gneznae tunc meus hospes erat).
Quae quicunque fac sic hoc dignus honore,
quo tunc, magno iudice, dignus eram.
| |
Polonia Mieczslao Evangelio Dambrowka Boleslao Chabro Mieczslao Iudit Ungari Mieczslao Polonia Benedetto Chabro Polonia Bohemos Moravos Saxoniosque Prussios Ruthene Herculeum Othone Gneznae Gneznae
|