E prima che ei morisse, fece edificare in Tinyec un monasterio dell'istessa regola della quale egli aveva già fatto professione, e lo dottò de molti privilegii, esenzioni e grosse intrade.
Boleslao Audace.
Quam bello magnus, quam magnis strenuus ausisBoleslaus erat, tam truculentus erat.
Vastavit Moravos, Hunnos, te, Russe, Bohemos,
vastavit patriae nec minus arva suae.
Cuncta libidinibus complebat, cuncta rapinis,
cuncta ignominiis, sanguine, cuncta metu.
Ponteficem secuit frustratim recta monentem,
urbis pontificem, maxime Crace, tuae.
O scelus, o portentum, o nostri infamia regni,
non tibi sacrilegae tunc cecidere manus?
Unde et ubi periit, nec iam dubitate, Poloni:
raptum sub Stigiis obruit Orcus aquis.
Nel mille e settantaotto Boleslao, figliuolo di Casimiro, cognominato Audace dalla grandezza dell'animo suo eroico, fu da tutti i suffragii dechiarato re e successore del padre; né piú presto prese l'insegne regali che li fu mosso guerra dal re di Boemia Vratislao, che venne col suo esercito predando sin dentro a' confini della Slesia. La qual cosa subito che intese Boleslao, raccolte con prestezza le sue genti l'andò animosamente a ritrovare, ma Vratislao, quando seppe della sua venuta, non li sofferse l'animo d'aspettarlo, e messosi in fuga ritornò vergognosamente nel suo regno. Nel quale seguendolo Boleslao gli lo mise tutto a ferro e a fuoco, e carico di spoglie nemiche ricondusse il suo esercito in Polonia, senza aver trovato in luoco alcuno chi se gli opponesse. L'anno seguente poi, avendo Boleslao messo insieme molto maggior esercito, dette il guasto alla Moravia e alla Boemia, onde Vratislao, temendo di peggio, trattò accordo con lui, sodisfacendolo di quanto egli volse.
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