sed pius arma tulit pro pietate Deus.
Vincitur impietas Gopleae ad stagna paludis,
induit inque feras debita vincla manus.
Dic, qui multa legis, quot dignos laude piosquelegeris historiae per genus omne nothos?
Telegonus, qui pisce patrem obtruncavit Ulissem,
de turpi Circes natus amore fuit.
Proditor Aeneas patriae est, ne crede Maroni,
Romulus occisor fratris, uterque nothus.
L'anno mille e ottantadoi dalla natività di Cristo, Vladislao Hermano successe nel regno al fratello Boleslao. Ebbe questo un figliuolo di Iudit, figliuola di Wratislao, re di Boemia, che Boleslao terzo si chiamò, e fu dalla stortezza della bocca cognominato Krziwousti; e della seconda moglie, figliuola d'Enrico quarto imperator romano, tre figlie li nacquero. Fabricò e riccamente dotò molti monasterii e chiese. Con un sanguinoso fatto d'arme roppe e astrense a tornare ad obedienza i Prussi e i Pomerani che ribellati s'erano; nella qual impresa mentre egli è occupato, Bratislao prencipe di Boemia, presa l'occasione, fece molti danni alla Polonia. Onde li mandò il re contra per refrenar quella licenza Siecziech, palatino di Cracovia, insieme con Boleslao suo figliuolo di nuove anni, che ruppero valorosamente gli nemici, e con loro il lor prencipe Bratislao; e avendo scorsa la Moravia e datali il guasto col ferro e col fuoco, carichi di spoglie nel campo del lor re tornarono. Fu non dopo molto fatto intendere a Vladislao che i Pomerani, rotta la fede, s'erano impatroniti di Miedzirzechz, rocca fortissima ne' confini di Sassonia.
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