E alora l'altre città e fortezze vennero di lor volontà in poter suo, che furono Camenecia, Golimberg, Vielim e Czarncovia. E poco dopo tornato in Boemia li dette un'altra volta il guasto, e ruppe e fece prigioni Zbignevio e Gvevoniro, duchi rebelli di Pomerania, che contra il giuramento fattoli di fideltà contra di lui avevan preso l'armi. Enrico quarto imperator romano, sdegnato con Boleslao per i molti danni tante volte da lui fatti in Boemia, congiunte le sue forze con quelle di Swatopolg, re di quei paesi, si mosse con un potentissimo esercito sopra la Slesia, e avendo per forza presa la città Lubusa combatté con molti fieri assalti Glogovia, città prencipale del ducato glogoviense; ma indarno spese in questo luoco le sue forze, e vi perse gran numero de' suoi piú valorosi soldati. E in quel mezo avendo Boleslao messe le sue genti insieme, le mosse sopra l'imperatore e i Boemi, avendo fatto publicare nel suo campo che qual si fosse che li bastasse l'animo d'ammazzare Swatopolg, re di Boemia, sarebbe quello con tutta la sua posterità dal re grandemente remunerato. Era tra gli altri nel campo polono un soldato boemo che, avendo questa promessa intesa, se ne passò nel campo de' nemici e, sapendo benissimo come le trinciere stessero, si condusse sino al pavion regale; e visto il re cominciò con voce orribile a gridare: "Fuggi, fuggi o re, percioché siamo assaliti da una moltitudine grande di Polonia". Alla qual voce paesana uscito il re fuor della tenda, fu da questo soldato con una lancia passato da una banda all'altra e amazzato; che indarno seguito da' Boemi felicemente nel campo polono si salvò ed ebbe i promessi doni, avendoli il re dato per insegna un'oxa, cioè una secure, che crescette poi in un gran famiglia di Polonia.
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