Non restò per la morte di Swatopolg l'imperatore di seguitar la guerra, anzi molti danni a' Poloni nella Slesia fece; e ricercandolo Boleslao d'accordo, né lo potendo con giuste condizioni ottennere, messe in arme le sue genti, una mattina nel romper dell'aurora assaltò il campo cesareo un miglio lontano da Wratislavia, città della Slesia. Né fu con minor virtú dagli imperiali l'assalto ricevuto, e combattendo gli uni e gli altri per la gloria e per la vita e signoria, durarono nel sanguinoso conflitto e mortale sino vicino alla notte. Onde, vedendo Boleslao esser bisogno per ottenere la vittoria di qualche maggior sforzo, raccozò cosí combattendo una grossa banda de' suoi piú valorosi cavallieri e, pigliata alquanto di giravolta, andò ad urtare i nemici per fianco con empito e furia tale che disordinò le squadre imperiali, e, mossele di luoco, dettero esse segno di voler fuggire. Di che accortosi l'uno e l'altro esercito, questi, preso animo, renforzaron la battaglia, e quelli, sbigottiti, cominciarono a piegare prima e indi apertamente a mettersi in fuga; nella quale non fu minore l'uccisione di quello che era nella battaglia di tutto il giorno stata, e l'imperatore a fatica con la fuga si puoté salvare, accompagnato da un solo servitore. E i Poloni, arricchiti con le spoglie dell'esercito nemico, la palma della vittoria ottennero; e sin ora il luoco ove successe questo famoso fatto d'arme da' Poloni Psiepole, cioè campo canino, è chiamato, percioché vi concorse tanta moltitudine de cani a devorare i corpi degli uccisi che, essendo usi all'umana carne, non fu per molto tempo sicura quella strada a' passagieri.
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