La qual triegua fermata, seppe il re che venivano ascosamente per le selve cinquantamila Pomerani e Pruteni in soccorso degli assediati; e avendo insieme avuto per spia ove e come erano alloggiati, fece due parte del suo esercito e, prevenendo con la prestezza la nuova dell'essersi mosso, fu adosso agli nemici. E assalitili a un istesso tempo e alla fronte e alle spalle, secondo che fur trovati sprovisti e perciò disordinati, fecero poca o nissuna resistenza, onde fur presto tutti rotti e sbaragliati, e restandone uccisi quattromila gli altri parte fugirono e parte presi furono. Alora i Noklocensi resero e se stessi e la lor città con tutti i luochi ad essa sottoposti a' Poloni vencitori. E avendo poco dopo i Pomerani e i Pruteni formato un altro esercito, dal valoroso Boleslao di nuovo rotti furono, e il prencipe lor fatto pregione e condennato a carcere perpetua.
Accomodate ch'ebbe il re le cose di Pomerania e di Prussia, apparecchiò del millecento e ventiquattro una potente armata, e passato con essa in Dania, s'offersero tutti quei d'accettarlo volontariamente per signore; ma esso, rifiutando quel regno, si contentò solo di cavarne i tesori, quali insieme con l'istesso tesoriere in Polonia fece portare, i descendenti del qual tesoriere sino a' nostri tempi in Polonia e in Prussia ancor celebri sono, e da Dania Durini son chiamati. Tornato che fu Boleslao di Dania, se li levò contra un'altra guerra, percioché i prencipi sediziosi di Russia se li scopersero nemici, e per farlo maggiormente sdegnare il prencipe halliciense, parente del re, del suo stato scacciarono.
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