Si vendicò di questi onoratamente Boleslao, percioché, andatoli sopra, ruppe il lor esercito e uccise il duca di Presmilia con tre altri duchi di Russia che in questo campo si trovavano. Né passò troppo che vedendo i prencipi di Russia che a guerra aperta non lo potevano offendere, determinarono, cosí consigliati da Ieroplo duca di Kiovia, d'ingannarlo sotto pretesto d'amicizia. Li mandano pertanto ambasciatori e li promettono di voler esser tributarii e subditi del regno di Polonia, e che grandemente desideravano di remettere il duca halicense nel suo primo stato con le proprie forze. Credette Boleslao a queste lor promesse, e di loro fidandosi andò con poche genti alla volta d'Halice; ed essendo ormai a quella vicino, ecco che i prencipi di Russia, avendo condotto nel lor campo molte bande d'Ungari, uscirono dell'imboscate e circondarono i Poloni d'ogni intorno. Quando s'accorse il re della perfidia de' Russi, non si perse punto d'animo, anzi, voltatosi a' suoi, gli esortò a valorosamente combattere contra questi che sotto la fede gli avevano traditi. Ma il palatino di Cracovia, non si movendo né per la presenzia né per le parole del re, nel primo rumore se mise in fuga con una banda di cavalli a quali esso comandava. E il re, vedendo che non vi era altro rimedio, facendo officio di valente soldato e d'animoso capitano, andò prima de tutti ad investire con i cavallieri della sua corte nelle squadre degli Ungari. E avendoli tutti sbaragliati, restrense insieme i suoi e si spinse sopra i Ruteni, ove durò un pezzo la battaglia; e già cominciavano i Ruteni a piegare, quando correndo tutto il resto del campo adosso a questi pochi Poloni, fur dalla gran moltitudine soprafatti e rotti.
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