Boleslao quarto Crispo.
Dum cogit Prussos ad Christi dogma, Polonos
amisso evertit milite Crispus opes.
Transfuga ducebat nostros malefidus, iniquumtransgressos Ossam protrahit inque locum.
In convestitum viridanti cespite caenum
(a tergo in silvis abditus hostis erat)
insilit, inclusos caeno suffocat in illo:
vix pauci incolumes se eripuere fuga.
Mens generosa, dolo quia nil agit, ipsa malignisopportuna dolis insidiisque capi est,
et quia metitur propriis virtutibus omnes,
est in perniciem credula saepe suam.
L'anno millecento e quarantasei Boleslao Crispo, cosí cognominato dai capelli ricci, essendo scacciato il sedizioso fratello, prese il governo del regno. E fu spesse volte dall'imperator Corrado ricercato che volesse concedere qualche provincia al scacciato fratello, il che essendoli fermamente negato, condusse l'imperatore le sue genti in Slesia per astrengerlo a far questo per forza; ma, mal trattato assai volte da' Poloni, si partí senza aver potuto cosa alcuna operare. Guerreggiò per l'istessa cagione anco con l'imperator Federico Barbarossa, con il qual avendo ultimamente fatta pace, richiamò il fratello di Germania, perdonandoli le passate offese, che poco dopo morí nella città di Kloczko, non senza sospetto di veneno. L'anno poi millecento e sessantaquattro, fatto il re Boleslao tre grossi eserciti, li guidò in compagnia de' fratelli contra Pruteni e dette il guasto a tutto il lor paese, ricercando quei popoli che dovessero venire al cristianesimo, finché essi promisero di battezzarsi.
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