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      Nel qual tempo i Pomerani e i Pruteni, considerata la gran clemenza e bontà di Casimiro, volontariamente al dominio suo si sottoposero. Nell'istesso tempo Brestia, città di Littuania a' Poloni rebellatasi, fu caggione che il re, andatovi sopra con l'esercito, la prese insieme con la rocca e fece morire tutti quelli che questa rebellione caggionata avevano. E raquistato questo luoco mosse le vittoriose insegne sopra la Russia, ove in un sanguinoso fatto d'arme roppe l'orgoglio dei duchi Sevoldo e Volodomiro, che ribellati s'erano. Contra quali mentre egli guerreggia, il vecchio Mieczlao affettando la pristina sua degnitade si fece di Cracovia signore, restando la fortezza in poter de' soldati di Casimiro; e Mieczlao, fortificata la città con buoni presidii, andò fuori a far provision di nuove genti. Ma Casimiro, essendo già espedito di Russia, ricondusse l'esercito a Cracovia e vi fu senza alcun contrasto ricevuto, ove dette il conveniente castigo a tutti quelli che in questa sedizione il fratello favorito avevano. Dopo, non essendosi smenticato della morte d'Enrico suo fratello e della rotta data a' Poloni con inganno, guidò il suo fiorito esercito nella Prussia e tutta a ferro e a fuoco la mise, e si fece tributari i Pruteni e i Pomerani. Di dove a Cracovia tornato, finí la sua vita l'anno millecento e nonantaquattro, non senza sospetto di veneno. Nel suo tempo, cioè l'anno decimo prima che egli morisse, procurò e ottenne che a tutte sue spese fosse portato il corpo di san Floriano da Roma insino in Cracovia, ove lo fece onoratamente collocare.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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