Fu il corpo di Lesco portato in Cracovia da' suoi e con gran pianto di tutta la città onoratamente sepolto
Boleslao quinto il Pudico.
Tartaricus furor in cineres, regnante Pudico,
Sarmatiae totas pene redegit opes.
In flammas abiit Cracovia, quicquid et agrisporrigitur ripas, Odera, ad usque tuas.
Fugerat ad Ingros princeps, quia vitribus imparad confligendum cum subito hoste fuit.
Stanislae, tuos cineres tellure levavitet sacrum in fastis fecit habere locum.
Coniuge consenuit cum virgine virgo maritus,
addictus studiis, casta Diana, tuis.
Bochnenses reperit thesauros primus et indesarciit a diris damna recepta Getis.
Boleslao Pudico prese dopo la morte del padre il governo del regno l'anno milledoicento e quarantatre. Patí in questo tempo la Polonia molti danni per la moltitudine di quelli che la governavano, percioché era il regno in mano de ventiquattro prencipi che con le lor discordie tutto inquieto lo tenevano. La qual ruina fu poi maggiormente accresciuta da nuova sorte de nemici, percioché vennero in questi tempi nel regno centomila Tartari che, scorrendo tutta la Polonia e la Russia, l'una e l'altra orribilmente guastarono e abbrusciando le città e le ville ne menarono i lor popoli pregioni. Per remediare a questi danni, raccolte il re Boleslao le forze del suo regno e unitele con quelle d'Enrico, duca della maggior Polonia, e degli altri prencipi al suo dominio soggetti, andò animosamente ad incontrare i Tartari. E venuti alle mani, fu per molte ore ostinatamente combattuto e con gran fierezza d'animo dell'una parte e dell'altra, e già i Tartari a piegare incominciavano, quando un lor alfiere si fece inanzi con una insegna nella quale era scritta questa lettera greca x, in cima all'asta della quale era fitto una testa terribile, fatta per arte magica, che fumo e sporco vapore per la bocca gettava.
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