E finalmente, dopo l'essersi in molte imprese strenuamente portato, se ne passò all'altra vita e nella città di Cracovia fu sepolto.
Enrico il Buono.
Teutonibus solis claves permiserat urbis,
quae regni titulum possidet una, Niger.
Illi Silesium furtim sub nocte silentimenibus accipiunt cui studuere ducem,
nobilium contra, contra decreta senatus:
nam cui legitime scepta darentur erat.
Perfida pars vicit, regnat Probus, exulat heres,
sed res parta dolo non diuturna fuit.
Silesii Henricum dubio rapuere veneno,
quod factis alter, nomine et alter erat.
Qui fraudem in vita coluit, rem fraude paravit,
qua periit, dignus fraude perire fuit.
Enrico il Buono, duca di Vratislavia, prese dopo la morte di Lesco il governo del regno l'anno della natività de Cristo milledoicentononanta; e perché il vescovo di Cracovia insieme con gli altri baroni avevano chiamato al regno Boleslao, duca di Masovia, Enrico, che già n'era in possesso, trovandosi piú potente facilmente lo fece ritirare. E poco dopo Vladislao Cubitale, duca di Siradia (a costui per ragion naturale il regno perveniva), avendo congiunte alle sue forze la cavalleria della maggior Polonia, mosse guerra ad Enrico per scacciarlo del regno a lui debito, e venuto con esso a battaglia appresso Sievira, città della Slesia, li ruppe e tagliò a pezzi le sue genti, nella qual fazione occise anco il figliuolo del duca glogoviense e prencipe di Sprotavia. E ottenuta una segnalata vittoria tirò con l'esercito alla volta di Cracovia, che senza far resistenza se li dette.
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