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      Mosse poi il re le forze di questi doi regni contra Turchi del quarantatre, e recuperò molti luochi che da essi nella Rascia erano stati occupati. Intendendo poi che i Turchi li venivano molto potenti sopra, dette una grossa banda d'Ungari e di Poloni a Giovanni Uniade, palatino di Transilvania, e mandollo ad incontrare l'esercito nemico. Fu la prestezza del Uniade tale che prima visto fu da' Turchi nelle lor trinciere che essi sapessero lui venirli contra: e secondo che sprovisto fu l'assalto, e l'animosità e valore de' cristiani grande, fur in poco d'ora i Turchi rotti e messi in fuga, e ne restaro pregioni quattromila insieme con nuove insegne militari, col favor della qual vittoria scorsero i Poloni e gli Ungari tutte le provincie di Slavonia sino a' confini della Macedonia. Pose alora l'imperator de' Turchi un buon esercito nella montagna della Macedonia o della Romania per diffender quelle provincie dell'empito de' Poloni; ma il bassà che di questo aveva il carico, confidatosi nella gran moltitudine de' suoi, discese alla pianura a far il fatto d'arme coi cristiani, sperandone ottennere vittoria certa. Ma la cosa altrimente passò, percioché i cristiani dettero cosí gran rotta a' Turchi che Amurate fu sforzato a mandare ambasciatori ad Vladislao e domandarli la pace, la quale per dieci anni ottenne, restituendo al re polono tutte le fortezze e altri luochi occupati nella Rascia; e questo accordo da ciascuna delle parti fu giurato d'inviolabilmente osservare.
      Giunse poco dopo alla corte del re il cardinal Giuliano, legato del sommo pontefice, il quale con molte e varie persuasioni mosse il re a rompere la conclusa e giurata triegua, assolvendolo con l'autorità del sommo pontefice dal giuramento al Turco fatto, e lo persuase a prendere l'armi in compagnia degli altri prencipi cristiani contra il commun nemico de' popoli di Cristo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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