Ducentem reliquae felicia tempora vitaefata gravem nobis eripuere ducem.
L'anno della nostra redenzione millequattrocento e quarantasette Casimiro, granduca di Lituania, al fratello Vladislao nel regno successe. E l'anno seguente Pietro, palatino di Valachia, li giurò obedienza e promise pagarli il debito tributo, essendo da' Poloni stato aiutato nella guerra che egli aveva con Bochdaneo suo fratello bastardo, che del suo stato privarlo voleva; qual da' Poloni fu col suo esercito rotto, scacciato e amazzato. E l'anno millequattrocento e cinquantaquattro vennero ambasciatori dei nobili e cittadini di Prussia a raccomandarsi e mettersi nelle braccia del re Casimiro, come quelli che si lamentavano di non poter piú sopportare gl'intollerabili pesi e le straordinarie gravezze con le quali erano da' cruciferi tirannigiati, che le moglie levavano per forza a' mariti, le tenere verginelle a' patri e alle madri, le possessioni e bestiami a' contadini, e reducendo il vulgo in miserabile servitú se ne servivano come se bestie fossero in fabricar luochi forti e le città de muraglie circondare. Ebbero forza questi giusti lamenti di farli dal re accettar sotto la sua protezione, e impostoli un leggier tributo fur connumerati tra' subditi della corona di Polonia, e come a tali fu deliberato dar l'aiuto che essi ricercavano per liberarli dalla dura servitú nella qual da' cruciferi erano tenuti. Fatto per tanto quelle provisioni di gente che la brevità del tempo li concesse, le mosse il re contra Ludovico, gran mastro di cruciferi; qual, avendo risaputo prima quanto in Polonia in suo danno si trattava, s'era fortificato con un grosso esercito de Teutoni.
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