Giovanni Alberto.
Ducis, Ioannes Alberte, binominis agmenSarmaticum, matre id perfidente tua,
instauras novo, sed frustra Marte tumultumulturus patrui funera maesta tui.
Nam Dacus variat primo quod dixerat ore,
te contra Turcam velle iuvare ferum.
Instruit horrendos te contra perfidus hosteset fudit populos Marte iuvante tuos,
unde nemus nostris patuli memorabile fagi,
dum sol siderico tramite currit, erit.
Sic igitur multis non faustis obrutus actiste rapuit iuvenem Parca severa ducem.
Fu sustituito Giovanni Alberto al padre nel regno polono e coronato della regal corona l'anno millequattrocentononantadoi. Mandarono i Veneziani ambasciatori a questo re a rallegrarsi seco della ricevuta degnità e ad augurarli felice fortuna contra i nemici del cristiano sangue. Vennero anco a trovarlo gli ambasciatori del Turco ricercandolo di tregua, la quale per alquanto tempo ottennero. L'anno poi millequattrocentononantaquattro andò Giovanni Alberto ad abboccarsi con Vladislao, re di Ungaria e di Boemia suo fratello, nella città di Livocza, ove trattarono di congiunger le forze di questi regni insieme e far vendetta della morte d'Vladislao lor cio, che fu da' Turchi crudelmente ucciso. E per diligenzia che facessero che il lor disegno passasse secreto, non potero impedire che l'imperatore de' Turchi, che non ne steva senza qualche gelosia, non fosse del tutto avvertito, onde mandò al re Alberto un ambasciatore per confermare la tra lor già fatta triegua. Occorse nell'istesso tempo che, essendo Stefano palatino di Valacchia da' Turchi travagliato, richiese come feudale del regno di Polonia d'esser dalle forze di quel regno aiutato.
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