Passati doi anni dopo questa impresa, seppe il re Sigismondo che Basilio, granduca di Moscovia, era con gente armata nella Livonia entrato e che si era insignorito di Smolensko, castello fortissimo; onde, per diffender le sue giurisdizioni, fece un esercito di Lituani e de Poloni alla somma di trentacinquemila tra cavalli e fanti e mandollo sotto la condotta di Costantino duca di Ostrovaski a recuperare quanto da' Moschi era stato occupato, contra il quale d'ordine del Moscovito si mossero ottantamila cavalli. Giunto Costantino con le sue genti al Boristene, li fece sopra un ponte fabricare appresso il castello Orsham, e fece passar dall'altra parte le sue genti; ed essendone già la metà passate, fu consigliato Giovanni Andrea Coladin, generale capitano dell'esercito de' Moschi, il quale era col campo poco indi luntano, che si servisse di questa buona occasione di rompere i Poloni, avendo messo il lor esercito in luoco che non poteva dagli altri esser soccorso. A che esso rispose: "Se noi tagliamo a pezzi questa parte de' nemici, che faremo poi? Gli altri, questo vedendo, si salvaranno fuggendo: però è molto meglio che tanto aspettiamo che tutto il lor esercito dalla nostra banda passi, percioché tale e tante son le forze nostre che, circondati che averemo gli inimici, li potremo, come se tante bestie fossero, andarseli inanzi cacciando sin nella Moscovia, e fatteli tutti schiavi a man salva di tutta la Lituania saremo patroni". Passato per tanto che fu l'esercito polono, fu dall'una e dall'altra parte dato nelle trombe e tamburi e cominciato animosamente la battaglia, avendo prima i Moscoviti urtato con empito grande nelli Lituani, da' quali fur valorosamente sostenuti per un pezzo, e poi fingendo di pigliar la carica s'andarono pian piano retirando alla volta d'un colle per tirare il nemico nelle insidie da lor postoli.
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