Che andato fortificò il suo campo appresso ad Obertina, in un luoco per natura forte, e all'incontro si mostrò sopra un colle di quello piú alto il palatino Pedrillo con cinquantamila combattenti tra Valacchi, Turchi e Ungari, e fece sparare (senza però far danno alcuno) molti pezzi d'artegliaria contra Poloni. Ma essi, avendo le sue meglio aggiustate, le spararono con gran danno de' nemici, e tutto a un tempo ad assaltargli andarono, quali animosamente avendosi incontrati, con lancie, spade e con ogni altra sorte d'arme crudelmente s'uccidono. I Poloni avanzavano di virtú e i Valacchi di numero, onde per un pezzo non si conosceva ove la vittoria piegasse; ma avendo i bombardieri poloni di nuovo cargato le lor artegliarie e nel maggior furor della battaglia nelle folte squadre de' nimici sparatele, li disordinarono di modo che, cargandoli gagliardamente i Poloni in questa occasione sopra, li fecero a viva forza le spalle voltare, con tal spavento e viltà d'animo che, gettando l'armi per esser piú espediti nella fuga, erano come vil pecorelle da' Poloni messi a fil di spada. Che, gloriosi per aver cosí pochi fracassato un esercito tanto grosso de' nemici, s'arrichirono con la molta preda nelle lor trinciere trovata, e conducendo seco cinquanta pezzi d'artegliaria grossa tolta a' Valacchi e mille pregioni, tutti uomini di conto, con una segnalata vittoria in Polonia al lor re tornarono.
Del trentadoi in Moravia, sopra Olomuncia, apparvero tre soli. Del trentacinque il tutore e governatore del duca di Moscovia fece una grossa correria in Littuania, dando il guasto per tutto ove passava sin vicino quindeci miglia alla città di Vilna, onde il re di Polonia, raccolti all'insegne molti soldati pagati e anco molti volontarii, li dette per capo Giovanni di Tarnev e mandolli a danneggiare la Moscovia.
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