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      Scrive Martin Bielsk polono, negli annali de' Poloni che nella sua patria lengua fece, che nel prencipio del regno di questo Sigismondo fu un certo gentiluomo polono chiamato Giacomo Melstink, della città di Brezinio, il quale, fosse o per legerezza d'animo o piú presto per qualche desperazione, si prese il nome e autorità di Cristo ed elesse Pietro Zatorsk, cittadino di Cracovia, e altri alla somma di dodeci ribaldi a lui simili, secondo il numero degli apostoli di Cristo, il nome de' quali anco li pose, chiamandosi lui Iesú Cristo. Che, caminando per le ville, facevano infiniti incantamenti e ghiottonarie, percioché fingevano alcuni lor compagni di esser morti e publicamente eran da lor resuscitati; mettevano dei pesci nelle fangose paludi, nelle quali mai a ricordo d'uomo vi se n'eran visto, e poi invocando il nome del lor Cristo con le mani li pigliavano; ponevano ascosamente nelle fornace il pane e in nome di Cristo publicamente d'indi lo cavavano, non senza gran maraviglia e stupor del volgo, qual sapeva ivi non esser pane. Giunsero questi al monasterio di Cestochovia, famoso per una miracolosa imagine della Madonna, ove non erano ancora conosciuti, e dopo esser stati in quel luoco alquanti giorni per ordine da essi fatto si finse uno di loro di esser indemoniato: col qual mezo il viver lor si guadagnavano, percioché, non avendo essi né borsa né cuccina, si cacciava questo per l'osterie e per le case, e robando la carne che trovava la gettava tra' suoi, quali facendoli, per dar fede alla cosa, il segno della croce, sicuramente poi se le mangiavano.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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